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Natale in canile
Friday, January 4th 2008, 10:23 AM 3270 0
Natale è un giorno come un altro per i cani del canile. E' un giorno normale, un giorno di dolore, come ogni giorno dell'anno. Uno dopo l'altro.
Sono andata con Elisa, una volontaria del canile di Modena, al rifugio ENPA di Colombaro di Formigine, in provincia. Lei lo conosceva già, c'era stata anni prima, io invece mai. Siamo arrivate armate di vari tipi di pappe, ciotole, coperte, maglioni, 2 cappotti vecchi, asciugamani, accappatoi. C'erano parecchi volontari che si affaccendavano andando avanti e indietro e dato che avevano da fare ci hanno lasciate libere di dare un'occhiata.
La struttura si sviluppa su corsie parallele, lungo le quali si aprono i box nelle pareti lunghe, mentre ci sono due porte di uscita e di entrata nelle pareti corte. E' una ex porcilaia, e come tale è stata creata per animali stanziali, che amano stare nel proprio guano, che non hanno necessità di luce, di movimento. Quando si entra venendo da fuori gli occhi devono abituarsi all'oscurità.
I cani vivono al buio, interrotto soltanto da qualche lampadina penzolante e dalle lampade a infrarossi, posizionate nei box dei cani anziani e malati. Qui dentro è notte 24 ore al giorno, ogni giorno dell'anno. Uno dopo l'altro. Vivono così sempre, eccettuati i 5 - 10 minuti di libertà quotidiana in cui scorazzano nel cortile, mentre viene pulito il loro box.
Immaginate cosa significa questa vita senza luce, senza sole, cosa significa in termini di crescita ossea per i cuccioli, di rachitismo, esattamente come per noi umani; immaginate la costante e continua mancanza del sole sull'umore, sulla psiche di queste creature; immaginate una vita di anni e anni privata del tepore, della luce del giorno, dei colori della primavera, delle ore calde che non possono scaldare le vecchie povere zampe trafitte da reumi deformanti......
Qua dentro fa un freddo infernale, ma non c'è ricambio d'aria, per cui l'odore degli escrementi è molto forte. Unito all'odore della disperazione. In un box c'è un vecchio cane lupo che ulula e piange, si avvicina alla grata e poi se ne allontana, mentre i suoi 3 compagni di cella, un maschio e due femmine, se ne stanno muti e immobili a guardarci, sdraiati sulla pedana di legno. Sarebbero cani bellissimi, una volta toelettati, pettinati e profumati, sarebbero la gioia di qualsiasi amorevole padrone.......
Lì accanto c'è il box dei cani più malmessi. E' tutto arredato, i volontari con tutto il loro amore vi hanno portato dei vecchi divani e delle poltrone sfondate, dei tappeti che proteggono dal pavimento gelido, delle cucce di gomma, delle coperte. Ci sono due lampade a infrarossi, e c'è anche un termino ad olio. Qua vivono 3 cani anziani, di cui 2 molto malati, a cui si sono aggiunti 3 cagnolini di piccola taglia, che per le loro dimensioni ridotte e per la loro indole pacifica con disturbano quelli più vecchi, anzi ci convivono benissimo.
Una si chiama Matusalemme, è una vecchia spinona malata di leshmaniosi, non si muove dalla sua cuccia, stanno riflettendo se farla sopprimere o meno, devono valutare quanto e se ancora mangia e, soprattutto, se soffre. Un altro è un vecchissimo drathaar maschio ormai privo di muscolatura, va avanti e indietro lungo la corsia del suo box, ogni tanto si ferma davanti a noi guardandoci con due occhi tristissimi e desolati. Il giorno di natale invece non riesce ad alzarsi da terra, le zampe non lo reggono, forse intirizzite dal freddo della notte. L'inserviente prova a tenerlo in piedi, poi ci prova una volontaria che, sorreggendolo da sotto il ventre, gli fa percorrere il corridoio, per cercare di metterlo in movimento e di scaldarlo un po'. Quando lo lascia lui sbanda paurosamente, le zampe gli si attorcigliano e si aggrovigliano, sembra un birillo impazzito, tenta di stare in piedi, ma poi crolla a terra, sulla soglia della porta che dà sul cortile. Resta lì, con uno sguardo disperato che fa male al cuore. Provo tanta pena, una pena paragonabile soltanto a quella che ho sentito un giorno, qualche mese fa, quando il mio vecchio padre è crollato per terra in mezzo alla folla dell'ipercoop, per colpa della sua malattia agli arti inferiori. Cercavo di proteggerlo dalla curiosità morbosa della gente, e di rincuorarlo. Ora come allora, vedo un essere anziano e fragile, malato e debole, che avrebbe bisogno di tepore, di una cuccia morbida, di una copertina, di un raggio di sole, di amore. Lo accarezzo sulla testa, sento il suo corpicino freddo, tento di consolarlo come posso. I suoi occhi desolati ce li ho tuttora sempre davanti, sono l'ultima cosa che vedo alla sera prima di addormentarmi, e la prima immagine che ho al mattino appena mi sveglio.......
Altri cani abbiamo conosciuto. Briciola, una bella pagnottina tonda tonda bianca e nera di 10 anni, appena rinunciata dagli ex padroni, alla soglia della vecchiaia...... Sta nel box di Matusalemme e del drathaar, le piace sonnecchiare sul divano, Elisa se n'è innamorata. Ho saputo che ora è stata adottata da altri, speriamo bene. Luna, una bella e dolce segugina dal musetto imbiancato, silenziosa e lieve lieve, durante la visita me la ritrovo sempre a fianco, le faccio carezze delicate, perchè lei è una creatura delicata. E' malata di tumore. Poi c'è Tyson, un giovane pitt bull, che sta in una gabbia esterna piccola e orribile, ma è nondimeno una posizione da privilegiato, perchè sta fuori, alla luce e all'aria. C'è una dolce spinoncina di un anno o due, bionda e snella, che scorazza nel cortile, è giovane e piena di vita, non ancora intaccata dalla disperata rassegnazione della permanenza in canile, deve essere appena arrivata. C'è una lupetta dal pelo dorato un po' timorosa, una piccola cagnolina bianca col nasino metà rosa e metà scuro molto paurosa, ci dicono che forse è stata picchiata, un cagnolino tipo segugio con le zampine tutte bagnate fradice, tremante per l'emozione o per il freddo, non lo sappiamo, che sporge il tartufino per avere una carezza, un segno d'affetto.......Tutti loro vivono così, in questo buio perenne, in questa notte che dura 24 ore al giorno, ogni giorno dell'anno. Un giorno dopo l'altro.
Non si può fare una promessa a questi cani, perchè non sarebbe possibile mantenerla. La gente che viene qui per adottarne uno, lo vuole sano, giovane, preferibilmente cucciolo. Ma purtroppo le conseguenze di questa totale mancanza di luce sulla salute di queste creature si avvertono già in giovane età. Tutti loro, quasi tutti, sono condannati, sono segnati. Vivono qui, moriranno qui.
Siamo uscite in silenzio, quasi incapaci di parlare. Qualcosa ce lo siamo dette, ma più che altro, credo, per tentare di spezzare questa specie di incantesimo malefico che questo posto orrendo produce in chi vi entra. Siamo rimaste 2 ore circa, e siamo gelate tutte e due. In auto mi viene da piangere. Più volte devo accostare, le lacrime mi accecano e non riesco a guidare. Lo aveva detto Elisa, anche lei pianse la prima volta che venne qui. Era vero, era tutto vero. Piango di vergogna, di pena, di compassione, di pietà. Piango di impotenza, di frustrazione, di inutilità. A poca distanza dal canile, sulla strada, c'è un albergo di lusso a 5 stelle, La corte degli estensi. La mattina di natale è tutto uno sfavillio di luci. Questo rende il dolore, se possibile, ancora più profondo.
Non esiste natale nel canile. Cristo non è mai entrato qui dentro. Meglio non sappiate che oggi è natale, dolci anime solitarie e incolpevoli. Questo è un giorno duro e spietato, come tutti i giorni dell'anno. Uno dopo l'altro.
Un posto come questo ti toglie l'energia, ti annienta la volontà, la voglia di parlare. Andrebbe raso al suolo, e ricostruito completamente. Chi a suo tempo decise che una porcilaia dismessa poteva essere adibita a ricovero per cani andrebbe messo al muro senza processo, senza appello. Andrebbe condannato, così come ha condannato migliaia, centinaia di creature a vivere qui e a morire qui, anno dopo anno.
Se c'è qualcuno tra voi che leggete che vuole andare a constatare di persona, o abita lì vicino, lascio i recapiti di riferimento: Rifugio ENPA di Colombaro di Formigine, Via Viazza di Sotto, aperto il sabato pomeriggio dalle 15 alle 18,30, cell. 338/36.15.411 - 335/63.51.172.
Portate una coperta a queste anime senza sole e senza calore, ve ne saranno grate.
Grazie.
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